
Diamo la parola al premio Pritzker 1980 LUIS BARRAGÁN, per capirne di più sul sua Casa Gilardi, Città del Messico, 1977

“Nella mia attività di architetto la luce e il colore sono sempre stati una costante di importanza fondamentale. Sono due elementi indispensabili per la creazione dello spazio architettonico, dato che possono variarne la concezione. Il colore è un complemento dell’architettura. Serve ad ampliare o a ridurre lo spazio. Inoltre è utile per aggiungere quel tocco di magia di cui un luogo ha bisogno.

Uso il colore, ma quando disegno non ci penso. Di solito lo scelgo dopo aver costruito lo spazio. A quel punto vado sul posto in ore diverse della giornata e inizio ad immaginare il colore, a immaginare colori che vanno dai più stravaganti ai più credibili.”

“Vi svelo un segreto: la piscina ha una parete o una colonna rosa che non sostiene proprio nulla. È un tocco di colore nell’acqua aggiunto per puro piacere, per dare luce allo spazio e migliorarne le proporzioni generali. Quella colonna doveva esserci per aggiungere un colore in più alla composizione.”

“Il corridoio anticipa il percorso all’interno della casa che conduce a uno spazio importante: la sala da pranzo con la piscina coperta. Senza preavviso, dalla piscina emerge una parete rosa che contiene l’acqua e raggiunge il soffitto. La parete dà significato allo spazio, lo rende magico, e crea tensione tutto intorno; dall’alto, un piccolo lucernario la inonda di luce e ne esalta il ruolo.”

“Quando inizio un progetto, di solito non prendo neppure in mano la matita, non disegno. Mi siedo e cerco di immaginare cose nuove. Poi lascio sedimentare le idee per un paio di giorni, a volte anche di più, quindi le riprendo e comincio a fare dei piccoli schizzi in prospettiva, spesso su un blocco di fogli, seduto a una scrivania. Per disegnare non uso un computer e neppure il tavolo da disegno. Poi passo gli schizzi ad un disegnatore e iniziamo ad impostare le piante e i prospetti.”

Credit to @Architetti – i Vincitori del Pritzker Prize 1979-2010