Kisho Kurokawa – Il Movimento Metabolista

Kisho Kurokawa
Kisho Kurokawa

Kisho Kurokawa è stato uno dei principali architetti del ventesimo secolo in Giappone, noto come uno dei fondatori del movimento metabolista del 1960. Durante tutto il corso della sua carriera, Kurokawa ha sempre sostenuto un approccio più filosofico che ingegneristico nei confronti dell’architettura, tale approccio si è manifestato in tutti i suoi progetti portati a termine nel corso della sua intera vita.

Nakagin-Capsule-Tower-Tokyo.-Immagine-©-utente-Wikimedia-Jordy-Meow-sotto-licenza-CC-BY-SA-3.0
Nakagin-Capsule-Tower-Tokyo.-Immagine-©-utente-Wikimedia-Jordy-Meow-sotto-licenza-CC-BY-SA-3.0

Dopo aver completato i suoi studi presso l’Università di Tokyo nel 1959 presso il maestro giapponese Kenzo Tange, Kurokawa ha contribuito a creare il movimento metabolista insieme a un gruppo di architetti quali Kiyonori Kikutake e Fumihiko Maki, con lo stesso Tange che si è unito sia come membro e sia come mentore. I principi del movimento metabolista ruotavano attorno alle idee di impermanenza e di cambiamento e, come suggerisce il nome, i progetti dovevano ispirarsi ai processi naturali chiamati metabolici.

Toshiba-IHI Padiglione 1970 Expo di Osaka. Immagine © Flickr uso M-Louis sotto licenza CC BY-SA 2.0
Toshiba-IHI Padiglione 1970 Expo di Osaka. Immagine © Flickr uso M-Louis sotto licenza CC BY-SA 2.0

Kurokawa descriveva gli ideali dei Metabolisti come ispirati dalla concezione giapponese tradizionale del costruire. In particolare, il fatto che la maggior parte degli edifici giapponesi erano in legno aveva significato la devastazione dopo la seconda guerra mondiale delle principali città giapponesi. Mentre il Giappone e i suoi edifici storici erano completamente cancellati, alle città occidentali, costruite in pietra o mattoni, rimanevano quantomeno i resti e le rovine delle vecchie civiltà. Questa osservazione di Kurokawa, in combinazione con la frequenza dei disastri naturali in Giappone, ha messo in luce la fragilità delle costruzioni giapponesi, portando i cittadini a provare una sensazione che Kurokawa ha descritto come “un’incertezza circa l’esistenza, una mancanza di fiducia nel visibile, il sospetto dell’eterno.”

Van Gogh Museum Exposition Ala, Amsterdam. Immagine © utente di Flickr kmaschke sotto licenza CC BY-SA 2.0
Van Gogh Museum Exposition Ala, Amsterdam. Immagine © utente di Flickr kmaschke sotto licenza CC BY-SA 2.0

La prima occasione di applicare queste nuove idee nel costruito, fu all’ Expo di Osaka nel 1970, per il quale Kurokawa progettò due padiglioni, la Takara Beautillion e il padiglione Toshiba IHI. Tuttavia, l’esempio più riuscito di edificio metabolista di Kurokawa fu la Nakagin Capsule Tower del 1972, un edificio composto di micro-appartamenti prefabbricati, “capsule”, progettati per essere aggiunti e sostituiti a seconda delle esigenze durante la vita dell’edificio.

Museo d'Arte della città di Nagoya. Immagine © Wikimedia utente Chris 73 sotto licenza CC BY-SA 3.0
Museo d’Arte della città di Nagoya. Immagine © Wikimedia utente Chris 73 sotto licenza CC BY-SA 3.0

Il Nakagin Capsule Tower è stato recentemente al centro di un dibattito che riguardava nuove proposte per cambiare o aggiungere capsule all’edificio, come previsto dal progetto originale. Dopo che il gruppo originale Metabolista si sciolse nei primi anni 1970, tutti gli ideali del movimento furono ritenuti storici e superati, per questo rimasero legati al pensiero utopico dell’architettura degli anni sessanta.

Interno della Nakagin Capsule Tower. Immagine © Wikimedia utente Wiiii sotto licenza CC BY-SA 3.0
Interno della Nakagin Capsule Tower. Immagine © Wikimedia utente Wiiii sotto licenza CC BY-SA 3.0

Nonostante questo, Kurokawa non ha mai completamente abbandonato il suo impegno per sostenere il pensiero metabolista: adattando i sistemi naturali con il ciclo di vita degli edifici è diventato un significativo sostenitore della architettura e del design sostenibile. Nel 2007, ha fondato il Kisho Kurokawa Green Institute presso la Anaheim University. Sempre nel 2007, si candidò per diventare governatore di Tokyo, e anche se non vinse le elezioni è stato determinante nel fondare il partito dei Verdi in Giappone.