Daniel Libeskind – Felix Nussbaum Museum

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

Il Felix Nussbaum Museum, progettato da Daniel Libeskind e Studio, è un’estensione del Museo della Storia della Cultura di Osnabrück ed è dedicato all’opera di Felix Nussbaum, artista ebreo nato a Osnabrück nel 1904. Il Museo mostra le grafiche e dipinti di Nussbaum eseguiti dall’artista prima di essere deportato ad Auschwitz e ospita uno spazio espositivo temporaneo che si concentra sui temi del razzismo e dell’intolleranza. L’edificio è stato completato nell’estate del 1998, in collaborazione con Reinders & Partner Lange e ha già attirato più di 4 milioni di visitatori.

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

L’edificio è costituito da tre componenti principali: il corridoio centrale Nussbaum alto e stretto, la lunga sezione principale e il ponte, che funge da collegamento con il vecchio museo. Nei suoi percorsi con le improvvise rotture, intersezioni imprevedibili e vicoli ciechi, la struttura dell’edificio riflette la vita di Felix Nussbaum.

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

È solo per un caso accidentale e per la determinata volontà della città di Osnabrück che il nome e le opere di Felix Nussbaum sono stati elevati alla coscienza tra i milioni di nomi ebraici cancellati e le opere perse.

“I resti artistici della vita di Nussbaum sollevano questioni che non sono semplicemente architettoniche ma morali, e credo perciò che la distruzione della cultura ebraica perpetuata dal Terzo Reich non debba essere affrontata esclusivamente in termini memoriale: i quadri di Nussbaum sono più che dipinti – sono documenti permanenti che, collocati in un nuovo contesto di partecipazione e di una nuova testimonianza, elevano la narrazione della storia come arte nell’ambito della sopravvivenza stessa del popolo ebraico e della civiltà europea. Ogni elemento dell’organizzazione spaziale, della geometria e del contenuto programmatico di questo schema si riferisce al destino paradigmatico di Nussbaum: il suo premio a Roma rimosso dai nazisti, il suo tempo a Berlino, le conseguenze del suo esilio permanente da Osnabrück, l’inutilità dei suoi percorsi di fuga attraverso la Francia e il Belgio, alla sua definitiva deportazione e omicidio a Auschwitz. Eppure tutto questo tragico destino è collocato nel contesto della speranza permanente di Nussbaum nella giustizia ultima che questo progetto cerca di soddisfare.” – Libeskind

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

Fa parte di questo progetto sia ospitare la collezione Nussbaum in un nuovo complesso museale, sia trasformare l’intero complesso storico degli edifici in un altro insieme: l’espressione di un’assenza permanente, “Il museo delle persone inconfessate e non soddisfatte” È un museo risonante sia della fatalità che del significato dell’abisso incomprensibile dell’Olocausto.

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

Le diverse componenti del nuovo complesso sono state considerate come collegamenti a una struttura preesistente, collegano luoghi significativi della città alla città stessa, punti importanti della storia alla memoria spaziale di un luogo.

Non cercano di dominare con una nuova forma, ma piuttosto si pone come sfondo nella speranza di mettere in luce l’attuale Museo Storico e la Villa che contiene la collezione di folk art. Questi edifici sono trattati come una famiglia, ma nella loro quotidianità viste come solitarie, mentre l’intero sito è riorganizzato attorno al nesso di una nuova topografia che collega la città con se stessa. Il Museo Nussbaum diventa il collegamento a una storia persa: agisce come trasformatore, trasmettendo la misteriosa irreversibilità del tempo e del destino.

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

Il visitatore entra lateralmente nel corridoio Nussbaum, che viene tagliato per definire l’importanza di entrare in un “Museum Without Exit”. L’esterno del percorso del Nussbaum è l’assenza stessa – una speranza vuota della vita martirizzata di Nussbaum – riferendosi all’assolutezza del crimine e all’importanza del sito pubblico. Questo vuoto esterno lascia un senso di apertura e incompletezza necessaria per l’interpretazione dell’interno, che presenta tracce della vitalità dell’ex vita ebraica di Osnabrück. Una volta che il visitatore si trova all’interno di questo spazio compresso illuminato da lucernari triangolari, si confronta con un volume spostato contenente l’ingresso verticale e i suoi funzionari.

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

L’intera traiettoria attraverso il Museo rende il visitatore consapevole dell’interazione tra le ombre perdute di una Sinagoga tradizionale e la luce di speranza verso un futuro migliore. Il visitatore si muove verso lo spazio aperto delle mostre temporanee, ammirando lo stretto orizzonte verticale che si apre al completamento del primo percorso verso il secondo racconto. Le mostre temporanee della città, la sala conferenze e le attività della giornata fungono da attenta introduzione al secondo livello che contiene lo spazio necessario per l’esposizione del drammatico lavoro di Nussbaum. Il primo livello suggerisce l’importanza di integrare, almeno emblematicamente, le raccolte storiche di Osnabrück nel contesto dell’opera di Nussbaum, che pone le opere di Nussbaum in relazione con la collezione del Museo Storico.

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

Al completamento delle esposizioni del secondo piano, il visitatore si rende conto della spazialità crollata delle opere di Nussbaum, il cui patto sta nel duplice riconoscimento della futilità politica della fuga e della resistenza spirituale dell’arte a fronte di un’oppressione disumana. La galleria incompiuta del secondo piano è un taglio del tempo che rappresenta il segmento obliquo e sfrenato, una connessione sospesa al museo esistente. Questa sospensione indica la finalità dei dipinti del 1944 che testimoniano lo spirito indomabile di Nussbaum e l’universalità dell’arte. Il segmento critico è uguale e reciproco alla geometria del tagliato e scollegato Museo Nussbaum.

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

Infine, la caratteristica strutturale fondamentale del piano suggerisce che il Museo Nussbaum, sebbene separato dall’edificio museale esistente, sia in virtù della sua forma e della funzione profondamente legata allo stesso. Il Museo d’Arte Folkloristica, che nel 1933 fu sede del partito nazista e il Museo Storico Principale sono riuniti e assorbiti in modo cosciente e deliberato alla composizione polifonica: il tutto rappresenta una cerniera architettonica che impedisce all’intero sito di banalizzare, di omogeneizzare ed isolare i fatti storici. Il visitatore si accorge che il lavoro di Nussbaum, e in particolare il suo rapporto con l’identità culturale storica e fisica di Osnabruck, richiede una straordinaria differenziazione spirituale. Solo con questa concezione l’importazione dello spazio pubblico (sia interno che esterno) e la relazione tra l’ecosistema e l’architettura è chiara.

Daniel Libeskind - Felix Nussbaum Museum

© Bitter Bredt Fotografie